Essere o non essere, 1994-95

Il nucleo centrale dell’installazione è costituito da un’immagine fotografica che riproduce due uomini visti dall’alto, intenti l’uno a disegnare e l’altro a osservare quello che sta prendendo forma sulla pagina bianca (le sei unità fotografiche sono trattenute ciascuna da una lastra di plexiglas su una tela preparata del medesimo formato). Accanto al blocco di fogli riprodotto nella fotografia sono posati un album da disegno e una matita. Tutt’intorno, un cospicuo numero di tele preparate, orientate al recto o al verso e in parte impilate, compongono una griglia di unità modulari; alcune tele riportano un disegno a matita di geometrie lineari o di riquadri organizzati in vario modo. Tra le unità di questa “scacchiera” sono sparsi dei fogli da disegno che recano tracce a matita di presunti riquadri (o di altri fogli). L’assieme è “squadrato” a inchiostro rosso lungo le diagonali, in modo che il loro punto di intersezione coincida con la punta della matita nell’immagine fotografica.
Il titolo rinvia all’esserci o non esserci di qualcosa, che a partire dal nucleo centrale appare e scompare tra le caselle della scacchiera. Nel continuo farsi e disfarsi delle ipotesi di lavoro, che si affacciano e si disperdono tra interruzioni e moltiplicazioni, si dispiega il cantiere mentale dell’artista: sul suo tavolo di lavoro l’opera in fieri è un assieme di pedine in continuo movimento. Lungo le diagonali orientate verso l’infinito, le congetture si rincorrono e si sovrappongono in continua espansione, depositandosi in tracce via via abbandonate, per rinnovarsi sempre da capo e senza fine.