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GPO-0223

Matita e collage su carta

Quindici elementi incorniciati 29 x 42.3 cm ciascuno, misure complessive variabili

Titolato al recto del dodicesimo elemento, al centro: “Apollo / e Dafne”; firmato e datato al recto del quattordicesimo elemento, al centro: “Giulio Paolini / 1971”; titolato, firmato e datato al verso di ciascun elemento, al centro: “Giulio Paolini / Apollo e Dafne / 1971”

Collezione privata, Roma

I singoli fogli possono essere incorniciati singolarmente ed essere allestiti liberamente, senza indicazioni predefinite, su una o più pareti: in fila orizzontale con intervalli più o meno ampi secondo la disponibilità spaziale, oppure a gruppi o anche a quadreria.
I fogli possono anche essere raccolti in un’unica grande teca di plexiglas, ordinati in una griglia di 3 x 5 unità, con sufficiente agio sui quattro lati (ca. 6-8 cm).

Comune denominatore fra i quindici "disegni" – come Paolini li ha definiti in occasione della loro prima esposizione – è il formato del foglio di carta, che riprende le misure reali del disegno di Nicolas Poussin presentato nel primo elemento della sequenza, nell'immagine fotografica lacerata trattenuta con un fermaglio (il disegno, intitolato Apollon gardant le troupeau d'Admète, costituisce uno studio preparatorio per il dipinto Apollon et Daphné, 1664 ca.). I quindici elementi vedono avvicendarsi vari interventi a matita e a collage, che nell'insieme verificano un possibile inventario delle potenzialità suggerite dalla stessa superficie del foglio. Nell'ordine, si susseguono:
secondo elemento: un foglio di carta millimetrata del medesimo formato di base accartocciato a occupare la porzione centrale del foglio da disegno;
terzo elemento: una nota descrittiva del disegno di Poussin, riportata a mano in alto sul foglio da disegno: “Questo disegno è uno degli studi di Poussin per il suo / ultimo quadro l’“Apollo e Dafne”, oggi al Louvre, / ispirato a Ovidio, lasciato incompiuto dall’artista”;
quarto elemento: un foglio di carta millimetrata scandito a ritmo regolare da segni a matita;
quinto elemento: un foglio da disegno articolato da una trama ortogonale a matita, con piccoli frammenti lacerati di carta millimetrata applicati in corrispondenza dei punti di incrocio della griglia;
sesto elemento: un foglio da disegno cosparso di minuscoli segni a matita;
settimo elemento: un foglio da disegno con tracce libere a matita, coperto nella parte centrale da un riquadro di
carta bianca;
ottavo elemento: un foglio da disegno vergine;
nono elemento: un foglio da disegno segnato al centro con un punto a matita;
decimo elemento: la sagoma della mano dell’artista intento a disegnare, evocata sulla parte destra del foglio bianco per mezzo di un alone di punti a matita;
undicesimo elemento: una frase riferita ad Apollo, riportata dall’artista in alto sul foglio da disegno: “Come un arciere, come capo delle Muse, come dio del sole, / o ancora come l’ideale della bellezza”;
dodicesimo elemento: il titolo dell’opera iscritto al centro del foglio (“Apollo / e Dafne”);
tredicesimo elemento: un foglio da disegno con quattro piccoli fogli bianchi accostati a nasconderne la superficie (ciascuna unità cartacea è trattenuta in un unico angolo con un solo punto di colla);
quattordicesimo elemento: un foglio da disegno siglato al centro con la firma dell'artista e la data dell'opera ("Giulio Paolini / 1971");
quindicesimo elemento: una nota iscritta dall’artista in alto sul foglio da disegno (“Questa metamorfosi è, fra l’altro, soggetto di una / pittura murale della Casa dei Vettii a Pompei”), riferita al soggetto mitologico del disegno di Poussin, oltre che, implicitamente, alle “metamorfosi” che si avvicendano nei quindici fogli dell’opera medesima.

Nicolas Poussin, Apollon gardant le troupeau d'Admète, 1664 ca., pietra nera e inchiostro bruno, Biblioteca Reale, Torino.

1971 Torino, Libreria Stampatori, Giulio Paolini. Apollo e Dafne, 5-25 maggio; Brescia, Studio C, dal 17 giugno.
1973 Roma, Sperone-Fischer, Giulio Paolini. Apollo e Dafne, dal 24 febbraio.
M. Bandini, Giulio Paolini, in“NAC”, n. 6-7, Milano, giugno-luglio 1971, p. 43, non ripr. (ripubblicato in Giulio Paolini 1960-1972, a cura di G. Celant, Fondazione Prada, Milano 2003, pp. 342, 344).
G. Brizio, Giulio Paolini ovvero “quam raptim ad sublimia”, in “Graphicus”, a. 52, n. 10, Torino, ottobre 1971, p. 37, non ripr.
G. Celant, Giulio Paolini, Sonnabend Press, New York 1972, pp. 117-118, ripr. n. 83 pp. 90-91 (tre particolari; ripubblicato in Giulio Paolini 1960-1972, cit., Milano 2003, pp. 342-344), reprint Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Milano) 2019.
M. Fagiolo, Glossario, in Giulio Paolini, Università di Parma, Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Quaderno n. 30, Parma 1976, pp. 13-14, ripr. nn. 137-139 (tre particolari).
Identité Italienne. L’art en Italie depuis 1959, a cura di G. Celant, Centre Georges Pompidou, Parigi, Centro Di, Firenze 1981, p. 355, non ripr.
Roma in mostra 1970 1979. Materiali per la documentazione di mostre azioni performance dibattiti, a cura di D. Lancioni, Edizioni Joyce & Co., Roma 1995, cat. n. 236 p. 60, non ripr.
Gian Enzo Sperone. Torino Roma New York 35 anni di mostre tra Europa e America, Hopefulmonster editore,Torino 2000, vol. 1, p. 52, non ripr.; vol. 2, p. 223, ripr. (tre particolari).
Giulio Paolini 1960-1972, cit., Milano 2003, ripr. pp. 343, 345 (due particolari).
M. Disch, Giulio Paolini. Catalogo ragionato 1960-1999, Skira editore, Milano 2008, vol. 1, cat. n. 223, p. 231, ripr. (tre particolari).
F. Bosco, "Cambiare l'immagine" e i disegni leonardeschi di Giuseppe Penone, in "Studi di Memofonte", magazine online semestrale, n. 21, 2018, p. 152, non ripr.
Scheda a cura di Maddalena Disch , 22/05/2025