Delfo (III), 1977

Il complesso fotomontaggio riproduce una veduta dell’atrio dell’abitazione dell’artista: sulla parete di fondo, tra due porte aperte, è appoggiato il Senza titolo del 1964 (GPO-0060), con una copia ridotta della medesima inquadratura fotografica che cade al centro, a simulare il quadro sospeso sul pannello. Al centro di questo (presunto) quadro, in corrispondenza del Senza titolo nella fotografia duplicata, cade un piccolo riquadro bianco, che nasconde lo sguardo della figura in costume rivolta verso di noi, la quale sembra guardare in trasparenza il quadro che a noi appare cieco.
Il personaggio che indossa una toga, con il braccio destro alzato e un cartiglio nell’altra mano, evoca un oratore romano, il cui gesto e il cui ruolo vengono annullati dalla superficie muta del riquadro bianco che nasconde il volto della figura. Il falso oratore è una controfigura dell’autore, che a dispetto del proprio ruolo tradizionale si astiene dalla comunicazione – dal proferire verità “oracolari” – per assumere piuttosto le vesti dello spettatore.