Monologo, 1996

La fotografia incorniciata, che riproduce un’incisione della sezione verticale di un teatro, è trattenuta dalla figura in frac disegnata a parete (il disegno delle mani è proseguito sul passe-partout dell’immagine incorniciata). La parte centrale dell’incisione, corrispondente all’apertura del palcoscenico e, in rapporto al disegno sulla parete, al volto della figura, è ritagliata, lasciando trasparire l’angolo di un foglio da disegno applicato sul muro. Altri cinque fogli bianchi sono sparsi sulla parete in caduta libera intorno al personaggio (nei punti di contatto, il profilo del corpo è proseguito sui fogli).
La figura solitaria che guarda attraverso lo spaccato teatrale, seminascosta dall’immagine che tiene davanti a sé, si inscrive nella famiglia di controfigure in abito da cerimonia o in costume che si fanno interpreti del “monologo” dell’artista assorto a immaginare il “suo” quadro. Attori o latori anonimi e distaccati, si limitano a offrire allo spettatore lo sguardo stesso orientato verso lo spazio della rappresentazione (cfr. tra gli altri Delfo (III), 1977, GPO-0372; De pictura, 1979, GPO-0417; Scene di conversazione, 1980, GPO-0423; Incognita, 1980, GPO-0438).