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GPO-0038

Carta strappata tesa su tavola di compensato

80 x 70 cm

Firmato e datato al verso, sul riquadro di carta bianca: “Giulio Paolini” (in alto a sinistra), “1963” (in basso a sinistra)

Collezione Calabresi, Roma

Sul bordo superiore di una tavola di compensato si affaccia il frammento di un foglio di carta rossa precedentemente teso sulla tavola e poi strappato per mettere a nudo la superficie del supporto. Sul verso si trova la scritta che dà il titolo all’opera.
L’opera fa parte di un gruppo di lavori (da GPO-0028 a GPO-0049) che hanno quale comune denominatore la presenza di un intervento sia al recto sia al verso del quadro. Sul fronte si avvicendano superfici di varia natura (carta dipinta, carta quadrettata, riproduzioni fotografiche, pannelli sagomati), mentre sul retro (nascosto alla vista) compaiono dei particolari di immagini e di scritte a stampa desunte da rotocalchi o da libri. Il titolo, quando specificato, riferisce un elemento testuale presente al verso. “Come in superficie si alternano elementi diversi, ma sempre ‘ciechi’, nel senso che non tendono a fornire un’immagine, ma sono lì per se stessi ad occupare quel certo spazio, così anche il titolo è un elemento assolutamente autonomo dalla superficie […], costituito da un frammento di parole e, a volte, di immagini, di seguito alla firma e alla data, in un riquadro di carta bianca fissato sul retro”
1 spiega l’artista nel 1972. La sottrazione del quadro alla sua funzione di veicolo d’immagine prosegue l’indagine sperimentata in alcuni lavori precedenti intorno a un soggetto che, pur annunciato, rimane una presenza inespressa: il titolo riferisce qualcosa che non è visibile (in quanto applicato al verso), mentre il recto presenta un’immagine muta o comunque affrancata da ogni relazione logica con il titolo.

1 G. Paolini in G. Celant, Giulio Paolini, Sonnabend Press, New York 1972, pp. 30-31 (ripubblicato in Giulio Paolini 1960-1972, a cura di G. Celant, Fondazione Prada, Milano 2003, p. 122), reprint Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Milano) 2019, pp. 30-31. Cfr. anche le considerazioni dell’artista in C. Lonzi, Autoritratto, De Donato Editore, Bari 1969, p. 367 (nella ristampa et al./Edizioni, Milano 2010, p. 280).

G. Paolini in G. Celant, Giulio Paolini, Sonnabend Press, New York 1972, pp. 30-31 (ripubblicato in Giulio Paolini 1960-1972, a cura di G. Celant, Fondazione Prada, Milano 2003, p. 122), reprint Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Milano) 2019.
G. Celant, Giulio Paolini, Sonnabend Press, New York 1972, pp. 31-32, ripr. n. 26 p. 35 (recto e verso, con misure errate; ripubblicato in Giulio Paolini 1960-1972, a cura di Id., Fondazione Prada, Milano 2003, p. 122), reprint Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Milano) 2019.
A.C. Quintavalle, Paolini: scritture, in Giulio Paolini, Università di Parma, Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Quaderno n. 30, Parma 1976, p. 53, non ripr.
Giulio Paolini. Werke und Schriften 1960-1980, Kunstmuseum Luzern, Lucerna 1981, ripr. s.p. (recto).
Giulio Paolini 1960-1972, cit., Milano 2003, ripr. pp. 82-83 (recto e verso, con misure errate).
M. Disch, Giulio Paolini. Catalogo ragionato 1960-1999, Skira editore, Milano 2008, vol. 1, cat. n. 38, p. 74, ripr. col. (recto) e b/n (verso).
Scheda a cura di Maddalena Disch , 03/03/2025