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Museo, 1973

GPC-0236

Stampe fotografiche applicate su carta

Otto elementi 25.2 x 35.8 cm ciascuno

Titolato, firmato e datato al verso dell’ottavo elemento, al centro: “ “Museo” / Giulio Paolini / 1970-1973”

Collezione dell'artista

Le prime sette fotografie illustrano altrettanti luoghi in cui hanno operato noti artisti del passato, particolarmente cari a Paolini, nell’ordine: il convento di San Domenico a Fiesole, dove fu attivo il Beato Angelico; la casa natale di Raffaello a Urbino; una ricostruzione del “teatrino” nel quale il pittore seicentesco Nicolas Poussin sperimentava le proprie composizioni di figure; la casa-atelier di Raffaello nel parco di Villa Borghese a Roma rappresentata da Ingres nel suo Le casino de Raphaël (1807); il dazio parigino della Porte de Vanves, dove prestò servizio il Doganiere Rousseau; l’atelier di Cézanne a Aix-en-Provence; il Castello Estense di Ferrara, città in cui Giorgio de Chirico, durante il servizio militare, portò a compimento la propria ricerca metafisica. L’ultima fotografia riproduce invece il prototipo di uno studio d’artista allestito per una mostra di arte moderna nel 19211.
Nelle parole dell’artista: “Otto momenti e otto luoghi, scoperti sulle tracce di un viaggio imperscrutabile e irreversibile. Da Fiesole a Urbino, da Roma a Parigi, Aix-en-Provence e Ferrara, la Musa visita l’Angelico, Raffaello, Poussin, Ingres, Rousseau, Cézanne e De Chirico: svanisce ad Ancona in uno studio inanimato, costruito come uno scenario ed esposto come modello in una mostra di ambienti nel 1921”. “Si tratta del viaggio della Musa – per questo l’ho chiamato
Museo – che percorre quei luoghi in dati momenti e che alla fine si trova ad arrivare in un luogo dove nessun artista è pronto a riceverla”2.
Il tema nasce in una prima versione realizzata nel 1970-71, costituita da sole tre fotografie (GPC-0183); trova inoltre riscontro nel lavoro omonimo e coevo di grande formato, composto da otto tele fotografiche (GPO-0253) e in un’edizione grafica dallo stesso titolo (GPE-0009).

1 L'immagine è ripresa dal servizio di L. S., Una mostra d’arte marchigiana, in "Emporium", a. LIV, n. 322, Bergamo, 1921, p. 243, e illustra “Lo studio di un pittore” ideato da Luigi Panzini insieme all’artista Cesare Peruzzi.
2 G. Paolini nell’intervista di A. Madesani, in Rubare l’immagine. Gli artisti e la fotografia negli anni ’70, catalogo della mostra, Spazio Labs, Milano, Edizioni Tega, Milano 2000, p. 73.

Terza immagine tratta da una pagina a stampa con didascalia “Fig. 25 - Ricostruzione di un modello d’impalcatura in cui Poussin poneva le sue figure (fig. 201, A. Blunt, 1967)”.
Quarta immagine: Jean-Auguste-Dominique Ingres,
Le casino de Raphäel, 1807, Ø 16 cm, Musée des Arts Décoratifs, Parigi.
Ottava imm
agine: veduta dello studio d’artista tratta da L. S., Una mostra d’arte marchigiana, in "Emporium", a. LIV, n. 322, Bergamo 1921, p. 243 (“Luigi Panzini e Cesare Peruzzi: Lo studio di un pittore”).

Scheda a cura di Maddalena Disch, 20/05/2025