Platea, 1975

Il progetto è stato ideato per l’esposizione collettiva “A proposito del Mulino Stucky”, improntata sul dibattito relativo a un possibile recupero del complesso architettonico abbandonato, nell'ambito del quale trenta artisti e architetti internazionali sono stati invitati a proporre un contributo o realizzare un lavoro in situ.
L’intervento prevedeva un assieme di trenta sedie (pari al numero degli artisti partecipanti) riunite in un ambiente interno a formare una "platea", orientata verso uno schermo che recava al centro il seguente testo dell’artista: "Il progetto prevede che l'attuale domanda sull'uso dell'edificio non possa trovare una risposta definitiva e che lo spazio in questione viva questa ricerca come suo perenne destino. La prima testimonianza di questa prospettiva di interpretazione è che il concorso in atto non può presumere di indicare altre proposte che non siano le tracce del suo stesso svolgimento. Il progetto comporta l'impiego di trenta sedie (del tipo cosiddetto da regista) ognuna contraddistinta dal nome dei singoli partecipanti o gruppi invitati, disposte isolatamente, per una durata indefinita, nei vari ambienti, all'esterno, sulla laguna circostante. Altri interventi, paralleli e successivi, potranno costituire la materia viva da cui il nuovo 'museo' trarrà continue interrogazioni sulla sua stessa esistenza nei termini di struttura e funzione.”1
Lo stesso tema è stato formulato anche in altre due versioni (GPO-0348, GPO-0378).

1 G. Paolini in A proposito del Mulino Stucky, catalogo della mostra, Magazzini del Sale alle Zattere, Venezia, Edizioni La Biennale di Venezia, Venezia 1975, p. 90.