Casa di Lucrezio, 1981-84
GPO-0517
Nove calchi di gesso interi e due in frantumi, tessuti, frammenti di tavoletta in gesso incisa, basi bianche
Nove calchi h 47 cm ciascuno, undici basi 120 x 30 x 30 cm ciascuna, misure complessive variabili
Collezione privata, Milano
L'allestimento riprodotto nell’immagine di questa scheda si presta per una situazione a ridosso di una parete; potrebbe anche essere pensato in sole due file o, nel caso di una stanza piccola, in più file parallele. Nel caso di uno spazio molto ampio, in cui l’opera si trova isolata in posizione centrale, con molto vuoto intorno, i calchi delle teste intere andranno orientati in modo variabile (dal momento che gli spettatori possono girare intorno all’opera).
La distanza tra le basi può variare secondo lo spazio, deve però essere equivalente tra tutte le basi.
• 1984, Spoleto, Palazzo Rosari Spada: le undici “figure” sono allineate davanti alle finestre delle stanze in infilata, affinché ciascuna “guardi” le altre opere esposte.
• 1987, Bruxelles, Art Bruxelles, stand Galleria Pieroni: i colori dei tessuti sono associati alle situazioni sulle basi in modo diverso rispetto a Spoleto.
Casa di Lucrezio è un tema sviluppato in nove varianti complessive, realizzate tra il 1981 e il 1984 (da GPO-0452 a GPO-0458, GPO-0481, GPO-0517). Comune denominatore tra i lavori è la frammentazione di una tavoletta di gesso con inciso il disegno del labirinto scalfito su un pilastro dell’abitazione di Lucrezio a Pompei1, abbinata a una rassegna di possibili sembianze del poeta latino, evocato attraverso il calco in gesso di una testa apollinea e un tessuto drappeggiato. Il ricalco dell'antica incisione è frantumato in un numero variabile di frammenti – a cominciare dalla rottura in due parti nel primo lavoro – che accentua la componente labirintica2. La graduale suddivisione del disegno definisce anche una complementare moltiplicazione dei volti del poeta – a partire da due teste e due tessuti nella versione iniziale – che insieme alle diverse posizioni del calco e alle variazioni di colore dei tessuti amplifica via via la domanda sulla possibilità di definizione di una figura inafferrabile.
La nona e ultima versione, ideata in occasione dell’esposizione personale del 1984 a Spoleto, estende la congettura intorno alle sembianze del poeta a undici situazioni – tante quante le finestre che scandivano lo spazio espositivo di Palazzo Rosari Spada – e diversificando il colore dei tessuti secondo la gamma di luce che va dall’alba al tramonto. Alla riformulazione con lievi varianti degli abbinamenti messi in atto nelle versioni precedenti si aggiungono tre nuove ipotesi formali, che vedono rispettivamente: la testa classica coricata sul tessuto ripiegato sopra la base e la porzione del ricalco labirintico appoggiata a terra; la testa collocata sulla base e il frammento del disegno posato sul tessuto afflosciato a terra; la testa e la scheggia della tavoletta di gesso disposti sulla base, con il tessuto arricciato e seminascosto sotto la stessa.
Nelle parole dell’artista: “L’intenzionalità di questo lavoro sta nell’evocare – e non nel rappresentare – l’idea del continuo divenire di uno spazio possibile, abitato dalla poesia. Il titolo porta a un altro luogo, i calchi indicano un loro luogo d’origine, il disegno del labirinto evoca non solo un altro luogo – la Casa di Lucrezio – ma anche la figura simbolica del labirinto. Sono vari elementi tutti intenzionati a sottrarsi alla visione per suggerire, invece, un vuoto denso di evocazione, un fare spazio alla possibilità di immaginazione che ognuno di noi ha”3.
1 Il disegno originale con la scritta “Labyrinthus Hic Habitat Mynotaurus” è stato tratto dall’Enciclopedia Einaudi, Torino 1979, vol. 8, p. 12, voce “labirinto”, citato come labirinto “su un pilastro della Casa di Lucrezio”. Di fatto, la casa pompeiana presso la quale fu rinvenuto il disegno è la domus del duoviro Marco Lucrezio Frontone e non del poeta Tito Lucrezio Caro (cfr. G. Sarullo, Labirinti a Pompei: a proposito di CIL IV 2331, in “Oebalus. Studi sulla Campania nell’Antichità”, vol. 3, Roma 2008, pp. 203-223, ringrazio Stefano Menichini per la comunicazione). Paolini stesso non ricorda se la sua associazione fu una licenza poetica o un errore inconsapevole.
2 Il disegno è stato inciso su tavolette di gesso di 35 x 35 cm, successivamente frantumate.
3 G. Paolini nell’intervista di F. Pasini, in “L’Illustrazione italiana”, n.s., a. V, n. 24, Milano, novembre 1985, p. 21. Sul labirinto come fonte di ispirazione per la Casa di Lucrezio cfr. anche G. Paolini nell’intervista di C. Grenier, in “Flash Art” (edizione francese), n. 3, Milano, primavera 1984, p. 41 (ripubblicato in Giulio Paolini. La voce del pittore - Scritti e interviste 1965-1995, a cura di M. Disch, ADV Publishing House, Lugano 1995, p. 191, con errori nella fonte bibliografica).
• Testa di Efebo su busto moderno, secondo quarto sec. I d.C. - prima metà sec. II d.C., marmo bianco, Musei Reali - Museo di Antichità, Torino.
• Disegno del labirinto con la scritta tratto da Enciclopedia Einaudi, Torino 1979, vol. 8, p. 12 (voce “labirinto”).
1984 | Spoleto, Palazzo Rosari Spada, XXVII Festival dei Due Mondi, Giulio Paolini. La Casa di Lucrezio, 27 giugno - 16 luglio, citato come esposto p. 30 n. 12, non ripr., riferimento nel testo di B. Mantura pp. 6-7. |
2016 | Londra, Cardi Gallery, Arte Povera, American Minimalism, ZERO Group, 30 settembre - 22 dicembre. |
2024-25 | Parigi, Tornabuoni Art, Arte Povera. Tracer une Révolution, 14 ottobre 2024 - 18 gennaio 2025, ripr. col. pp. 186-187 (veduta dell’opera in mostra), 188, 189, 215 (particolari), riferimento nel testo di E. Geuna pp. 184-188. |
• | G. Paolini in Giulio Paolini. La Casa di Lucrezio, catalogo della mostra, Palazzo Rosari Spada, Spoleto, Grafis Edizioni, Casalecchio di Reno (Bologna) 1984, p. 33. |
• | G. Paolini nell’intervista di S. Taylor, A Conversation with Giulio Paolini, in “The Print Collector’s Newsletter”, a. XV, n. 5, New York, novembre-dicembre 1984, pp. 165-166 (ripubblicato in italiano in Giulio Paolini. La voce del pittore - Scritti e interviste 1965-1995, a cura di M. Disch, ADV Publishing House, Lugano 1995, pp. 195-196). |
• | G. Paolini nell’intervista di F. Pasini, La parola e la mano, in “L’Illustrazione italiana”, a. V, n. 24, Milano, novembre 1985, p. 21; ripubblicato in Giulio Paolini. La voce del pittore, cit., Lugano 1995, p. 208. |
• | G. Paolini nell’intervista di E. Pizzo in Giulio Paolini. Casa di Lucrezio 1981-84, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli 1987 [scheda monografica]. |
• | Giulio Paolini. Casa di Lucrezio, 1981-1984, in “A noir, E blanc, I rouge, U vert, O bleu”, a. V, n. 10-11, Roma, luglio 1984, ripr. pp. 21, 22 (particolari), 25 (veduta espositiva Spoleto 1984). |
• | S. Taylor, A Conversation with Giulio Paolini, in “The Print Collector’s Newsletter”, vol. XV, n. 5, New York, novembre-dicembre 1984, ripr. p. 165 (veduta espositiva Spoleto 1984, particolari). |
• | On Language and Ecstasy. A Generation in Italian Art, catalogo della mostra, Alvar Aalto-Museo, Jyväskylä 1985, ripr. col. p. 131 (veduta espositiva Spoleto 1984). |
• | Giulio Paolini, catalogo della mostra, Staatsgalerie Stuttgart, Stoccarda 1986, vol. 3, ripr. p. 31 (veduta espositiva Spoleto 1984). |
• | A. Mammì, I. Panicelli, Biografia e bibliografia di Giulio Paolini, in Markus Lüpertz, Giulio Paolini: figure, colonne, finestre, catalogo della mostra, Castello di Rivoli, Rivoli 1986, p. 83, non ripr. |
• | G. Paolini, Suspense. Breve storia del vuoto in tredici stanze, Hopeful Monster editore, Firenze 1988, ripr. p. 92 (veduta espositiva fiera “Art Bruxelles” 1987). |
• | F. Poli, Note di lettura, in Id., Giulio Paolini, Lindau, Torino 1990, pp. 42-43, ripr. n. 104 (veduta espositiva fiera “Art Bruxelles” 1987; ripubblicato in Giulio Paolini. Von heute bis gestern / Da oggi a ieri, catalogo della mostra, Neue Galerie im Landesmuseum Joanneum, Graz, Cantz Verlag, Ostfildern-Ruit 1998, p. 69). |
• | M. Disch, L’atto espositivo. Appunti sul lavoro di Giulio Paolini, in Giulio Paolini. Von heute bis gestern / Da oggi a ieri, cit., Ostfildern-Ruit 1998, pp. 123, 127, ripr. pp. 124 (veduta espositiva Spoleto 1984), 262 (veduta espositiva fiera “Art Bruxelles” 1987). |
• | C. Christov-Bakargiev, Arte Povera, Phaidon Press Limited, Londra 1999, p. 136, ripr. (veduta espositiva fiera “Art Bruxelles” 1987). |
• | Giulio Paolini. Early Dynastic, catalogo della mostra, Studio d’Arte Contemporanea Pino Casagrande, Roma, Skira editore, Milano 2001, ripr. b/n pp. 40-41 (veduta espositiva fiera “Art Bruxelles” 1987), ripr. col. p. 42 (vedute espositive Spoleto 1984). |
• | M. Disch, Giulio Paolini. Catalogo ragionato 1960-1999, Skira editore, Milano 2008, vol. 2, cat. n. 517, p. 528, ripr. col. (veduta espositiva fiera “Art Bruxelles” 1987). |
• | G. Bonomi, La disseminazione. Esplosione, frammentazione e dislocazione nell’arte contemporanea, Rubbettino Editore, Soveria Mannelli (Catanzaro) 2009, p. 48, non ripr. |
• | Ragione e furore. Lucrezio nell’Italia contemporanea, a cura di F. Citti e D. Pellacani, Edizioni Pendragon, Bologna 2020, pp. LIV, 18-20 (in generale sul gruppo di opere intitolate Casa di Lucrezio), ripr. col. n. 78. |
• | Giulio Paolini. A come Accademia, catalogo della mostra, Accademia Nazionale di San Luca, Roma, Gangemi Editore, Roma 2023, ripr. col. p. 191 (particolare, veduta espositiva Spoleto 1984). |