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Ipotesi per una mostra, 1963-03

GPO-0880

Stampa serigrafica su vetro, struttura in cartongesso

415 x 735 x 735 cm

Collezione Prada, Milano

L’opera propone una stanza invalicabile, costituita da quattro elementi angolari di cartongesso e da altrettante lastre di vetro che definiscono la porzione centrale dei lati, lasciando intravedere l’ambiente interno. Quest’ultimo è suddiviso da una crociera di lati vetrati, costituiti ciascuno da tre lastre contigue, delle quali quella centrale reca impressa un’immagine (la tripartizione riprende quella dei lati esterni di cartongesso e vetro, ovvero ricalca la prospettiva verso l’interno di una stanza). Le immagini serigrafate riproducono ciascuna un diverso gruppo di spettatori, intenti a osservare dei “quadri”, evocati per mezzo di sagome geometriche di vari formati e dimensioni. Nell’assieme, la moltiplicazione ottica dei personaggi e dei riquadri genera l’impressione di una mostra affollata da un folto pubblico.
Ipotesi per una mostra riformula in termini concreti l’omonimo progetto ideato nel 1963 per un’esposizione personale alla Galleria La Tartaruga a Roma, che non ebbe però mai luogo (da qui la doppia data, cfr. GPO-0051)1. Come allora il pubblico avrebbe dovuto trovarsi di fronte ad un altro pubblico, predisposto nella seconda stanza della galleria – divisa dalla prima per mezzo di una lastra di vetro – per costituire l’immagine di una mostra in atto, così anche qui il pubblico si trova a osservare altri spettatori (in questo caso virtuali) di un’ipotetica mostra2. E come allora i due ambienti della galleria erano divisi da un cristallo, così anche ora i vetri inseriti nei lati esterni separano il pubblico e la mostra reali da quelli virtuali.
Mostra-nella-mostra, il lavoro rispecchia la ragione stessa di un’esposizione, intesa quale relazione tra spettatore e opera: la sua esperienza come caleidoscopico teatro dello sguardo e come sipario tra realtà e rappresentazione.

1 Da quel progetto provengono anche le figure scontornate degli spettatori, desunte da scatti frontali e di spalle commissionati al fotografo Mario Sarotto dopo aver abbigliato un anonimo manichino.
2 Nel contesto specifico dell’esposizione personale alla Fondazione Prada nel 2003 , per la quale il lavoro è stato realizzato e nella quale segnava il centro, i profili lineari delle sagome geometriche evocavano le opere effettivamente esposte: la losanga richiamava Atlante, 1966 (GPO-0113), l’esagono Ex acto, 1967 (GPO-0133) e così via. In questo senso, il lavoro proponeva un “regesto” della mostra della quale era parte integrante, amplificando ulteriormente la mise-en-abîme alla base del lavoro.

2003 Milano, Fondazione Prada, Giulio Paolini 1960-1972, 29 ottobre - 18 dicembre, citato come esposto p. 398, ripr. col. pp. 22-27 (veduta dell'opera in mostra).
G. Paolini in Giulio Paolini 1960-1972, a cura di G. Celant, Fondazione Prada, Milano 2003, pp. 17, 65.
G. Paolini, Quattro passi. Nel museo senza muse, Giulio Einaudi editore, Torino 2006, tavola fuori testo n. XIII.
R. Koolhaas, G. Celant, Unveiling the Prada Foundation, Fondazione Prada, Milano 2008, pp. 234-235, ripr. col. (veduta espositiva Milano 2003).
G. Iovane, Negative Capability – Paintings, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Milano), 2013, pp. 24-25, non ripr.
B. Yasar, “Hypothesis for an Exhibition”, in “Hypothesis for an Exhibition”, catalogo della mostra, Dominique Lévy, New York 2014, p. 31, ripr. col. p. 104 (veduta espositiva Milano 2003).
Brera in contemporaneo. Fabro, Garutti, Kounellis, Paolini, catalogo della mostra, Pinacoteca di Brera, Milano, Johan & Levi editore, Milano 2015, ripr. col. p. 237 (veduta espositiva Milano 2003).
F. Poli, F. Bernardelli, Mettere in scena l’arte contemporanea. Dallo spazio dell’opera allo spazio intorno all’opera, Johan & Levi, Milano 2016, p. 44, ripr. p. 45.
Giulio Paolini. A come Accademia, catalogo della mostra, Accademia Nazionale di San Luca, Roma, Gangemi Editore, Roma 2023, ripr. col. p. 235 (veduta espositiva Milano 2003).
Scheda a cura di Maddalena Disch , 08/05/2025