Casa di Lucrezio, 1981
GPO-0458
Sei calchi di gesso interi e due in frantumi, tessuti, frammenti di tavoletta in gesso incisa, basi bianche
Sei calchi h 47 cm ciascuno, otto basi 120 x 30 x 30 cm ciascuna, misure complessive variabili
Collezione Noire
In un ambiente relativamente ampio – con sufficiente vuoto intorno – le otto basi devono essere raggruppate al centro, in due file di 4, mentre in un ambiente più piccolo (oppure rettangolare lungo) possono essere disposte a ridosso di due pareti contrapposte (quattro da un lato e quattro dall’altro).
Casa di Lucrezio è un tema sviluppato in sette varianti coeve (da GPO-0452 a GPO-0458), seguite da altre due versioni realizzate nel 1982 e nel 1984 (GPO-0481, GPO-0517). Comune denominatore tra i lavori è la frammentazione di una tavoletta di gesso con inciso il disegno del labirinto scalfito su un pilastro dell’abitazione di Lucrezio a Pompei1, abbinata a una rassegna di possibili sembianze del poeta latino, evocato attraverso il calco in gesso di una testa apollinea e un tessuto drappeggiato. Il ricalco dell'antica incisione è frantumato di volta in volta in un numero crescente di frammenti – a cominciare dalla rottura in due parti nel primo lavoro – che accentua la componente labirintica2. La graduale suddivisione del disegno definisce anche una complementare moltiplicazione dei volti del poeta – a partire da due teste e due tessuti nella versione iniziale – che insieme alle diverse posizioni del calco e alle variazioni di colore dei tessuti amplifica via via la domanda sulla possibilità di definizione di una figura inafferrabile.
Nella settima versione il disegno del labirinto è spezzato in otto parti, correlate a otto diversi volti del poeta, vestito qui con un tessuto blu scuro. Alle composizioni di calchi, tessuti e frammenti sperimentate nelle versioni anteriori – e potenzialmente illimitate – si aggiunge una nuova posa, che vede il calco della testa riverso a terra, insieme al tessuto dispiegato, mentre il frammento della tavoletta è posato sopra la base.
Nelle parole dell’artista: “L’intenzionalità di questo lavoro sta nell’evocare – e non nel rappresentare – l’idea del continuo divenire di uno spazio possibile, abitato dalla poesia. Il titolo porta a un altro luogo, i calchi indicano un loro luogo d’origine, il disegno del labirinto evoca non solo un altro luogo – la Casa di Lucrezio – ma anche la figura simbolica del labirinto. Sono vari elementi tutti intenzionati a sottrarsi alla visione per suggerire, invece, un vuoto denso di evocazione, un fare spazio alla possibilità di immaginazione che ognuno di noi ha”3.
1 Il disegno originale con la scritta “Labyrinthus Hic Habitat Mynotaurus” è stato tratto dall’Enciclopedia Einaudi, Torino 1979, vol. 8, p. 12, voce “labirinto”, citato come labirinto “su un pilastro della Casa di Lucrezio”. Di fatto, la casa pompeiana presso la quale fu rinvenuto il disegno è la domus del duoviro Marco Lucrezio Frontone e non del poeta Tito Lucrezio Caro (cfr. G. Sarullo, Labirinti a Pompei: a proposito di CIL IV 2331, in “Oebalus. Studi sulla Campania nell’Antichità”, vol. 3, Roma 2008, pp. 203-223, ringrazio Stefano Menichini per la comunicazione). Paolini stesso non ricorda se la sua associazione fu una licenza poetica o un errore inconsapevole.
2 Il disegno è stato inciso su tavolette di gesso di 35 x 35 cm, successivamente frantumate.
3 G. Paolini nell’intervista di F. Pasini, in “L’Illustrazione italiana”, n.s.e, a. V, n. 24, Milano, novembre 1985, p. 21. Sul labirinto come fonte di ispirazione per la Casa di Lucrezio cfr. anche G. Paolini nell’intervista di C. Grenier, in “Flash Art” (edizione francese), n. 3, Milano, primavera, 1984, p. 41 (ripubblicato in Giulio Paolini. La voce del pittore - Scritti e interviste 1965-1995, a cura di M. Disch, ADV Publishing House, Lugano 1995, p. 191, con errori nella fonte bibliografica).
• Testa di Efebo su busto moderno, secondo quarto I sec. d.C. - prima metà II sec. d.C., marmo bianco, Musei Reali - Museo di Antichità, Torino.
• Disegno del labirinto con la scritta tratto da Enciclopedia Einaudi, Torino 1979, vol. 8, p. 12 (voce “labirinto”).
1981 | Brescia, Banco (Galleria Massimo Minini), Giulio Paolini. Casa di Lucrezio, dal 27 novembre. |
2011-12 | Milano, Triennale di Milano, Arte Povera 1967-2011, 25 ottobre 2011 - 29 gennaio 2012, citato come esposto p. 681, non ripr. |
2017 | Firenze, Palazzo Vecchio, Ytalia. Energia Pensiero Bellezza. Tutto è connesso, 2 giugno - 1 ottobre, citato come esposto p. 215 (con titolo errato “La casa di Lucrezio”), ripr. col. pp. 107, 108, 109 (vedute dell’opera in mostra), riferimento nel testo di L. Conte p. 195. |
2024-25 | Catania, Fondazione Puglisi Cosentino, I miti dell’arte contemporanea, 1 novembre 2024 - 31 maggio 2025. |
• | G. Paolini nell’intervista di C. Grenier, Giulio Paolini, in “Flash Art” (edizione francese), n. 3, Milano, primavera, 1984, p. 41 (ripubblicato in italiano in Giulio Paolini. La voce del pittore - Scritti e interviste 1965-1995, a cura di M. Disch, ADV Publishing House, Lugano 1995, p. 191, con errori nella fonte bibliografica). |
• | G. Paolini nell’intervista di F. Pasini, La parola e la mano, in “L’Illustrazione italiana”, a. V, n. 24, Milano, novembre 1985, p. 21 (ripubblicato in Giulio Paolini. La voce del pittore, cit., Lugano 1995, p. 208). |
• | G. Paolini nell’intervista di E. Pizzo, in Giulio Paolini. Casa di Lucrezio, 1981-84, scheda monografica, Castello di Rivoli Museo d’arte contemporanea, Rivoli 1987. |
• | Il modo italiano, catalogo della mostra, Los Angeles Institute of Contemporary Art, Los Angeles 1984, vol. 1, ripr. p. 23 (particolare). |
• | M. Disch, Giulio Paolini. Catalogo ragionato 1960-1999, Skira editore, Milano 2008, vol. 1, cat. n. 458, p. 469, ripr. (veduta espositiva Brescia 1981). |
• | L. Violo, Giulio Paolini. Siamo tutti comparse, in "Wannenes art magazine", a. 6, n. 2, Genova, ottobre 2016, ripr. col. pp. 22-23 (veduta espositiva Milano 2011). |
• | Vedere l’invisibile. Lucrezio nell’arte contemporanea, catalogo della mostra, Biblioteca Universitaria, Bologna 2017, p. 73, ripr. col. p. 20 (veduta espositiva Milano 2011). |
• | Ragione e furore. Lucrezio nell’Italia contemporanea, a cura di F. Citti e D. Pellacani, Edizioni Pendragon, Bologna 2020, pp. LIV, 18-20 (in generale sul gruppo di opere intitolate Casa di Lucrezio), ripr. col. n. 77 e in copertina. |