La penna del poeta, 1985

Un esemplare della tavola costitutiva dell’edizione grafica L’exil du cygne (1984, GPE-0046) accoglie alcuni interventi basati su un gioco reciproco di echi e riflessi.
Alla mano di Narciso, coricato sul lago-tavolozza, e nel contempo al becco del cigno, delineato con il suo riflesso sullo specchio d’acqua, è associata una piuma-penna, affiancata da un lungo strappo verticale nel foglio che evoca anch’esso una piuma.
Tre particolari lacerati di una mano antica, intenta a scrivere o disegnare con una penna-piuma sono sparsi sulla tavola, facendo eco alla piuma-penna di Narciso.
Il titolo si richiama all’omofonia tra i termini francesi “signe” (segno) e “cygne” (cigno) in alcuni versi di un sonetto di Mallarmé, ovvero all’allegoria della scrittura poetica come vana ma irrinunciabile ricerca dell’assoluto, inesprimibile, rappresentato dal cigno1.
Nel 1985 a Roma, Paolini ha allestito l’opera sopra la porta di una stanza espositiva, con alcuni fogli bianchi distribuiti in ordine sparso sulla parete intorno all’opera, come aveva già fatto l’anno precedente a Spoleto con un’altra versione affine (cfr. GPO-0514).

1 In una nota all’edizione grafica de L’exil du cygne, Paolini cita l’ultima terzina del sonetto Le vierge, le vivace..., rinviando alla valenza simbolica del cigno in ambito poetico (cfr. GPE-0046).