Early Dynastic (IV), 1978
GPO-0399
Legno smaltato, stampa su PVC digital floor, videoproiezione
Sette elementi h 292 cm ciascuno costituiti da un diverso numero di componenti sovrapposti, pavimento 650 x 362 cm, proiezione a parete 365.6 x 650 cm, misure complessive ambientali
Walker Art Center, Minneapolis, Gift of Nicola and Beatrice Bulgari, 2018
Donazione di Nicola e Beatrice Bulgari, 2018, n. inv. 2018.19.1-.9
La proiezione richiede un allestimento in un ambiente parzialmente oscurato.
La disposizione delle colonne è stata prefissata dall’artista. La larghezza della proiezione corrisponde a quella della superficie pavimentale in PVC.
La superficie pavimentale in PVC, scandita da una trama ortogonale di 9 x 5 unità, accoglie sette colonne di diverso diametro, costituite da un numero variabile di componenti sovrapposti. Sulla parete retrostante, una proiezione a ciclo continuo propone una serie di immagini (in positivo o in negativo) dell’allestimento originario dell’opera.
La quarta versione di Early Dynastic – un ciclo di cinque lavori avviato nel 1971 (cfr. GPO-0228, GPO-0257, GPO-0324 [replicato in travertino, GPO-0354], GPO-0713) – risale a un incarico per un lavoro in situ nell’appartamento newyorchese di Nicola Bulgari, ristrutturato dall’architetto Piero Sartogo nel 1978. Dopo alterne vicende, in occasione della donazione del lavoro al Walker Art Center di Minneapolis nel 2018, l’artista ha voluto riformulare integralmente l’opera per il nuovo contesto.
In origine, l’opera si sviluppava attraverso quattro ambienti contigui ed era strettamente correlata a un disegno pavimentale in profili di acciai, basato su una crescita di moduli ortogonali. In analogia alle maglie della trama geometrica, i sette elementi aumentavano progressivamente di diametro, mentre in conformità al criterio di base del ciclo Early Dynastic variavano nel numero di componenti sovrapposti e via via dimezzati nelle misure. Il primo ambiente ospitava i quattro elementi più snelli, costituiti da quattro colonne sovrapposte; il secondo, due elementi di tre colonne; il terzo, un elemento di due colonne, mentre l’ultimo un disegno a terra che si limitava a indicare la posizione dell’ipotetico quarto elemento, costituito da una sola colonna di dimensioni smisurate.
La nuova versione coniuga passato, presente e futuro senza soluzione di continuità: le immagini d’archivio proiettate in dissolvenza testimoniano la configurazione originaria, così come la trama al suolo evoca il primo disegno pavimentale, mutato però nel registro di una scacchiera uniforme. Le colonne sparse come in un sito archeologico sono diventate le pedine da gioco da allestire sui moduli quadrati, secondo una progettualità potenzialmente illimitata. Tra gli indizi di un passato irreversibile e le variabili imprevedibili del futuro, la partita è aperta: le colonne che conservano la memoria del loro contesto originario diventano i tasselli di un mosaico in costante evoluzione.
2001-02 | Roma, Studio d’Arte Contemporanea Pino Casagrande, Giulio Paolini. Early Dynastic, 6 dicembre 2001 - 20 febbraio 2002, ripr. pp. 10-13, 22-26 (vedute dell’allestimento originario), riferimento nel testo di A. Bonito Oliva pp. 10-12, scheda generale sul ciclo di opere Early Dynastic e scheda ragionata di M. Disch pp. 15, 21, nota sul progetto architettonico dell’ambiente originario di P. Sartogo p. 22. |
2014 | Roma, MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, TRA/BETWEEN. Arte e architettura. Piero Sartogo e gli artisti, 16 aprile - 3 settembre, ripr. col. pp. 214, 218-225, 227-229 (vedute dell’allestimento originario), pp. 216, 217 (vedute dell’opera in mostra), dichiarazioni di P. Sartogo e A. Bonito Oliva pp. 215, 218, 221-229. |
• | P. Goldenberg, Spatial Imagery. The Redesign of a Traditional Park Avenue Apartment, in “Architectural Digest”, n. 4, New York, aprile 1979, pp. 64-69, ripr. (allestimento originario). |
• | M. Filler, Park Avenue palazzo, in “Progressive Architecture”, n. 5, Stamford (Connecticut), maggio 1979, pp. 114-116, ripr. col. e in copertina (allestimento originario). |
• | Il sublime e l’insignificante. Il mito dei due amanti o l’idea del sublime di Giulio Paolini, in “Gran Bazaar”, n. 4, Milano, settembre-ottobre 1979, p. 156, ripr. (allestimento originario). |
• | G. Odoni, La metafora di un colonnato, in “Casa Vogue”, n. 125, Milano, dicembre 1981, pp. 202-205, ripr. col. (allestimento originario). |
• | Giulio Paolini, Le Nouveau Musée, Villeurbanne 1984, vol. Images/Index, ripr. p. 115 ((allestimento originario, con titolo errato “Early Dynastic (III)” e datazione errata “1979”). |
• | Piero Sartogo / Nathalie Grenon. Architecture in Perspective, a cura di R.L. Wentworth, The Monacelli Press, New York 1998, pp. 138-141, ripr. (allestimento originario). |
• | A. Vettese, L’enigma e il teorema, in “Vernissage”, a. III, n. 24, Torino, febbraio 2002 [supplemento del mensile “Il Giornale dell’arte”], p. 22, ripr. col. (allestimento originario, con didascalia errata). |
• | M. Disch, Giulio Paolini. Catalogo ragionato 1960-1999, Skira editore, Milano 2008, vol. 1, cat. n. 399, pp. 404-405, ripr. (allestimento originario). |
• | Claudio Abate. Un progetto di Germano Celant, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Milano) 2023, p. 381 (nel testo di I. Bernardi), non ripr. |