Mnemosine (Les Charmes de la Vie/3-6), 1981-87
GPO-0599
Tele dipinte ad acrilico, calchi in gesso
Quattro tele 160 x 240 cm ciascuna, quattro calchi h 231 cm ciascuno, misure complessive 236 x 360 x 320 cm
The Olnick Spanu Collection, New York
Mnemosine (Les Charmes de la Vie) è il titolo generale di un ciclo di lavori, inizialmente previsto in nove episodi (in analogia al numero delle lettere che compongono il nome di Mnemosine, madre delle nove Muse), ma infine condensato in sole sei parti (GPO-0460, GPO-0504, GPO-0511, GPO-0599, GPO-0621, GPO-0677). Comune denominatore è la presenza di una o più tele dipinte, che riproducono dei particolari del quadro di Jean-Antoine Watteau intitolato Les Charmes de la Vie (1717-18). Le tele, commissionate da Paolini a un pittore di scena, sono ricavate dalla divisione in nove parti uguali di una copia ingrandita del quadro settecentesco, privato dei personaggi che originariamente lo animavano. Da un lavoro all’altro, l’artista ha associato ai particolari del dipinto un numero corrispondente di oggetti: per esempio, al secondo particolare ha associato due elementi, al settimo particolare sette elementi e così via. Da una stazione all’altra, gli elementi principali che configurano la spazialità del quadro di Watteau – il cielo, la sedia, le colonne, il pavimento – sono messi in scena attraverso echi e amplificazioni, in termini dichiaratamente teatrali in sintonia con il registro del pittore francese.
Il quarto lavoro del ciclo coinvolge quattro particolari del quadro settecentesco (dal terzo al sesto, come riferisce il titolo), allestiti tra altrettante colonne in gesso che nell’insieme simulano una sorta di padiglione, in analogia a quello delimitato da quattro colonne nel dipinto. Due tele – corrispondenti al terzo e al quarto dettaglio del quadro originale – sono collocate rispettivamente a ridosso di una colonna e al suolo in posizione capovolta, mentre le altre due sormontano le colonne e sono orientate l’una verso l’alto (sesto dettaglio) e l’altra verso il basso (quinto dettaglio).
Le nove stazioni del ciclo non intendono ricomporre progressivamente il puzzle del quadro antico, ma, al contrario, disperderne la lettura, attraverso l’evocazione di singoli dettagli come in un gioco cifrato. Da un episodio all’altro, la scena di Watteau diventa il palcoscenico che per definizione un quadro apre allo sguardo di chi si affaccia alla sua soglia: lo spazio della rappresentazione, con i suoi artifici e la sua intima teatralità.
Jean-Antoine Watteau, Les Charmes de la Vie, 1717-18, olio su tela, 69 x 90 cm, The Wallace Collection, Londra (riproduzione tratta da L’opera completa di Watteau, collana “Classici dell’arte”, n. 21, Rizzoli, Milano 1968, tav. XII-XIII).
1989 | Bologna, Villa delle Rose, Anteprima, dal 5 luglio, senza catalogo. |
1996 | Roma, Accademia di Francia, Villa Medici, Giulio Paolini. Correspondances, 13 marzo - 28 aprile, cat. n. 8 (con datazione errata “1981-89”), ripr. col., riferimento nel testo di M. Fagiolo Dell’Arco pp. 26-27. |
1999 | Torino, GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Giulio Paolini. Da oggi a ieri, 8 maggio - 25 luglio, citato come esposto p. 37 n. 17 (con datazione errata “1981-89”), ripr. col. p. 111 (veduta dell’opera in mostra). |
2015 | Lugano, Spazio -1, Teatro di Mnemosine. Giulio Paolini d’après Watteau, 12 settembre 2015 - 10 gennaio 2016, ripr. col. pp. [17-19], [24-26] (vedute dell’opera in mostra), 85, riferimento nel testo di B. Della Casa p. 42 (italiano), 43, 45 (inglese), nota all’opera di M. Disch p. 84; nel catalogo della Collezione Olgiati pubblicato in contemporanea alla mostra citato come esposto p. 12, ripr. p. [10] (veduta dell’opera in mostra). |
2016-17 | Milano, Galleria Christian Stein, Giulio Paolini. Fine, 10 novembre 2016 - 29 aprile 2017, citato come esposto p. 155, ripr. col. pp. 68-69 (veduta dell’opera in mostra), scheda di M. Disch p. 155; esposto nella sede di Pero. |
• | F. Poli, Giulio Paolini, Lindau, Torino 1990, ripr. n. 102. |
• | N. Bätzner, Arte Povera. Zwischen Erinnerung und Ereignis: Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Verlag für moderne Kunst, Norimberga 2000, pp. 67, 72 (pp. 64-90 in generale sul ciclo Mnemosine (Les Charmes de la Vie)), ripr. p. 66. |
• | Giulio Paolini. Early Dynastic, catalogo della mostra, Studio d’Arte Contemporanea Pino Casagrande, Roma, Skira editore, Milano 2001, ripr. col. p. 45 (rilfesso orizzontalmente, con datazione errata “1981-89”). |
• | M. Disch, Giulio Paolini. Catalogo ragionato 1960-1999, Skira editore, Milano 2008, vol. 2, cat. n. 599, p. 614, ripr. col. |
• | Paolo Mussat Sartor Luoghi d’arte e di artisti. 1968-2008, JPR|Ringier, Zurigo 2008, ripr. s.p. (veduta espositiva Roma 1996). |
• | Post-Classici. La ripresa dell'antico nell'arte contemporanea italiana, catalogo della mostra, Foro romano – Palatino, Roma, Mondadori Electa, Milano 2013, ripr. col. p. 137. |
• | P. Repetto, Oltre il visibile, in Giulio Paolini. O.D.E., catalogo della mostra, Castello di Perno, Monforte d’Alba (Cuneo), Fondazione Mancini Carini, Alba 2022, p. 40 (in generale sul ciclo Mnemosine (Les Charmes de la Vie)), ripr. col. p. 48 n. 15. |
• | Giulio Paolini. A come Accademia, catalogo della mostra, Accademia Nazionale di San Luca, Roma, Gangemi Editore, Roma 2023, ripr. col. pp. 231 (veduta espositiva Torino 1999), 274 (veduta espositiva Milano 2016). |