Mnemosine (Les Charmes de la Vie/1), 1981
GPO-0460
Collage su tela dipinta ad acrilico e su parete
Tela 160 x 240 cm, misure complessive variabili
Collezione privata, Torino
Mnemosine (Les Charmes de la Vie) è il titolo generale di un ciclo di lavori, inizialmente previsto in nove episodi (in analogia al numero delle lettere che compongono il nome di Mnemosine, madre delle nove Muse), ma infine condensato in sole sei parti (GPO-0460, GPO-0504, GPO-0511, GPO-0599, GPO-0621, GPO-0677). Comune denominatore è la presenza di una o più tele dipinte, che riproducono dei particolari del quadro di Jean-Antoine Watteau intitolato Les Charmes de la Vie (1717-18). Le tele, commissionate da Paolini a un pittore di scena, sono ricavate dalla divisione in nove parti uguali di una copia ingrandita del quadro settecentesco, privato dei personaggi che originariamente lo animavano. Da un lavoro all’altro, l’artista ha associato ai particolari del dipinto un numero corrispondente di oggetti: per esempio, al secondo particolare ha associato due elementi, al settimo particolare sette elementi e così via. Da una stazione all’altra, gli elementi principali che configurano la spazialità del quadro di Watteau – il cielo, la sedia, le colonne, il pavimento – sono messi in scena attraverso echi e amplificazioni, in termini dichiaratamente teatrali in sintonia con il registro del pittore francese.
Il primo episodio propone il primo particolare del dipinto settecentesco (l’angolo superiore sinistro) abbinato a un foglio di carta da disegno, lacerato in nove frammenti distribuiti in parte sulla tela e in parte sulla parete. Quale lavoro inaugurale del ciclo, ne prefigura in nuce il programma: la dispersione dell’immagine originale, suddivisa in nove particolari.
Le nove stazioni del ciclo non intendono ricomporre progressivamente il puzzle del quadro antico, ma, al contrario, disperderne la lettura, attraverso l’evocazione di singoli dettagli come in un gioco cifrato. Da un episodio all’altro, la scena di Watteau diventa il palcoscenico che per definizione un quadro apre allo sguardo di chi si affaccia alla sua soglia: lo spazio della rappresentazione, con i suoi artifici e la sua intima teatralità.
Jean-Antoine Watteau, Les Charmes de la Vie, 1717-18, olio su tela, 69 x 90 cm, The Wallace Collection, Londra (riproduzione tratta da L’opera completa di Watteau, collana “Classici dell’arte”, n. 21, Rizzoli, Milano 1968, tav. XII-XIII).
2015 | Lugano, Spazio -1, Teatro di Mnemosine. Giulio Paolini d’après Watteau, 12 settembre 2015 - 10 gennaio 2016, ripr. col. pp. [17-19], [22, 23] (vedute dell’opera in mostra), 81, riferimenti nei testi di B. Della Casa p. 42 (italiano), 43 (inglese) e B. Cinelli p. 60 (italiano), 61 (inglese), nota all’opera di M. Disch p. 80, nel catalogo della Collezione Olgiati pubblicato in contemporanea alla mostra citato come esposto p. 12, ripr. p. [10] (veduta dell’opera in mostra). |
• | Giulio Paolini, Le Nouveau Musée, Villeurbanne 1984, vol. Images/Index, ripr. p. 55. |
• | Giulio Paolini, catalogo della mostra, Studio Marconi, Milano 1984, ripr. s.p. |
• | G. Celant, Arte Povera. Storie e protagonisti / Art Povera. Histories and protagonists, Electa, Milano 1985, ripr. p. 227 (idem nel reprint incluso in G. Celant, Arte Povera. Storia e storie, Mondadori Electa, Milano 2011). |
• | G. Celant, Giulio Paolini. Tra Telaio e Paolini, Gruppo GFT, Torino 1988, ripr. p. 19. |
• | M. Disch, Giulio Paolini. Hors-d’œuvre, in Giulio Paolini. La voce del pittore – Scritti e interviste 1965-1995, a cura di Id., ADV Publishing House, Lugano 1995, p. 89, ripr. n. 15 (con indicazione errata dell’occasione espositiva a p. 368). |
• | N. Bätzner, Arte Povera. Zwischen Erinnerung und Ereignis: Giulio Paolini, Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Verlag für moderne Kunst, Norimberga 2000, pp. 53, 64-65 (pp. 64-90 in generale sul ciclo Mnemosine (Les Charmes de la Vie)), ripr. p. 65. |
• | M. Disch, Giulio Paolini. Catalogo ragionato 1960-1999, Skira editore, Milano 2008, vol. 1, cat. n. 460, pp. 470-471, ripr. |
• | Gioco a scacchi con la dea della Memoria, in “Vedere in Canton Ticino”, supplemento del mensile “Il Giornale dell’Arte”, n. 3, ottobre-dicembre 2015, p. 7 (a proposito dell’intero ciclo in mostra allo Spazio -1, Lugano, 2015). |
• | M.E. Giacomelli, Lugano, il LAC e la memoria. Intervista con Giulio Paolini, in “artribune”, magazine online, 9 settembre 2015 (a proposito dell’intero ciclo in mostra allo Spazio -1, Lugano, 2015). |
• | R. Castagnola, “L’artista non inventa ma può trasformare”, in “Corriere del Ticino”, Lugano, 9 settembre 2015, p. 30 (a proposito dell’intero ciclo in mostra allo Spazio -1, Lugano, 2015). |